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DIALOGO DEI VECCHI E DEGLI ANIMALI

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  di Giorgio Galli Dialogo dei vecchi e degli animali ANIMALI – Vi siete messi a camminare coi piedi in cielo e la testa per terra. Noi non v’abbiamo mai contestato la caccia: anche noi mangiamo e uccidiamo. Non ve l’abbiamo contestata nemmeno quando avete cominciato a cacciare per gioco. Persino i gatti, i gatti gentili, quando afferrano la preda, ci giocano prima di ucciderla. Anche questo è natura. Ma adesso siamo diventati oggetti. Quei pulcini stritolati nel tritacarte perché in sovrannumero gridano vendetta. Cosa temete, un’invasione di pulcini? E a che vi serve questo sterminio industriale? Che ve ne fate di più carne di quanta riuscite a mangiare? Ammazzate per fare prodotti. E non solo per nutrirvi, ma per vestirvi. E non solo per vestirvi, ma per sfoggiare gli abiti che vestite, e per imbellettare donne che sarebbero più belle col loro semplice corpo. Capivamo il vestire, il vestire è un bisogno. Ma questo non è più vestire. È vivere di niente. È camminare coi piedi in cielo e la testa per terra. Perché cercate animali da compagnia se poi li buttate nell’immondizia perché vengono male in fotografia? Cercate compagnia a voi stessi o alle vostre fotografie? Sembra che v’interessi più la vita delle vostre immagini che la vostra – e che per questo siate disposti a uccidere. VECCHI – Voi dite: vi siete messi a camminare coi piedi in cielo e la testa per terra. Ma forse dovreste dire: si sono messi. Noi non abbiamo fatto nulla contro di voi – tranne mangiarvi e vestire di voi. Nella mattanza del tonno, quando il rais dava l’ordine di attaccare, noi facevamo un massacro, ma anche noi potevamo morire. Le tonnare di mezzo Mare Nostro gridano i nomi dei rais morti nel corpo a corpo della mattanza. Vinceva il più forte, e il rais ammazzato dal tonno diventava anche lui, in un certo senso, cibo: perché il suo sacrificio aveva permesso agli altri di mangiare. Ed anche i coltivatori d’oppio della Thailandia, quando bevono il sangue del cobra dalla sua carne ancora palpitante, dalla sua carne scuoiata ancora viva, anche loro possono essere uccisi dal cobra. ANIMALI – Sapete bene che non è solo il cibo. Se per salvare la vita di un uomo occorre ammazzare dei topi, noi vi diamo dei topi. Anche noi uccidiamo altri animali per salvare noi stessi. Uccidiamo il coniglio gentile, che mangia solo qualche carota, perché abbiamo bisogno della sua carne. Ma cosa ci dite del cavallo? È nato per correre, e si ritrova colle briglie e i paraocchi. Bisognava che un filosofo impazzisse perché abbracciasse un cavallo frustato. I cavalli sono morti in guerre che non erano le loro, in guerre di cui non gliene fregava niente e che erano solo vostre. E dopo le guerre sono venute le gare, e anche lì muoiono cavalli – e voi continuate a farvi la guerra su di loro, ma senza morire: combattete coi soldi. VECCHI – La maggior parte dei morti nelle guerre, sono morti in una guerra che non era loro. E di gare ne facciamo anche tra uomini, e spesso perdiamo la vita. Sì, è vero, noi vi sottomettiamo. Ma abbiamo solo questo per vincervi: la volontà e la mente. Perché siamo i più deboli di tutti gli animali. E i deboli devono usare la violenza e l’astuzia per reprimere il più forte. È per questo che gli uomini hanno usato violenza e astuzia contro le donne – perché erano troppo migliori per non esserne, altrimenti, dominati. Come vedete, ci facciamo violenza anche tra noi. Però avevamo delle regole. Quelli di noi che andavano per mare, avevano la regola che in mare la vita umana andava sempre salvata. Oggi si scrivono leggi per affogare la vita umana in mare. Noi, dopo l’ultima guerra, abbiamo scritto delle leggi perché si riducesse la violenza dell’uomo sull’uomo e tutti gli esseri umani fossero liberi ed eguali in dignità e diritti. Stava arrivando giustizia per gli ebrei, per i colonizzati, per le donne. Sono passati settant’anni e gli esseri umani non sono più liberi e uguali: si scrivono leggi per dire che alcuni non sono uguali agli altri, che si può rinunciare ai diritti di alcuni per proteggere la sicurezza di altri, e si riempiono prigioni di persone il cui reato è appartenere alla stessa stirpe di chi ha commesso un reato. E se troppi poveracci per cercar di vivere si consegnano al mare, si dice che l’unica soluzione è affogarli. Non lo si dice espressamente, ma lo si dice. Stiamo procedendo verso una guerra dei vincitori contro i vinti, perché i vincitori vogliono liberarsi una volta e per sempre i vinti. Questo noi non l’avevamo voluto. ANIMALI – No? E il padrone russo che fece sbranare il bambino schiavo dai cani perché gli aveva rubato dal raccolto? VECCHI – I cani lo hanno sbranato. ANIMALI – I cani addestrati da voi, che non erano più cani. Perché il cane sa donarsi all’uomo anche a costo di rinnegare se stesso. Ma per voi sono solo animali. Gl’indiani d’America, per massacrarli, li dichiaraste scientificamente animali. Voi avete inventato delle leggi, ma in fondo al cuore avete solo una legge: uccidere. Noi uccidiamo per vivere. Voi uccidete per la sola ragione dell’uccidere. VECCHI – Anche voi lo fate: gli animali dominanti impediscono ai sottomessi di mangiare – e così li consegnano alla morte. Questo pianeta è fatto di orrore. Ma l’orrore della lotta è diverso dall’orrore del vuoto. Gli animali delle campagne, anche quelli che noi mangiavamo, erano nostri fratelli. E gli animali di casa potevamo abbatterli, ma non li buttavamo in un sacco dell’immondizia con le zampe legate da un cavo elettrico. Sì, eravamo proprietari degli animali, e avevamo su di loro un diritto di morte. Anche i nostri padroni, del resto, avevano su di noi un diritto di morte. La giustizia è arrivata da poco – con le leggi che abbiamo scritto dopo l’ultima guerra, e che sono le responsabili anche del poco d’umanità ch’è stato usato […]

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