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RIAPERTURA CASE CHIUSE E ABROGAZIONE LEGGE MERLIN: DIBATTITO APERTO

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  di Claudia Boddi Riapertura case chiuse e abrogazione Legge Merlin: dibattito aperto Recenti studi hanno dimostrato che appena fuori dai nostri confini si moltiplicano i postriboli frequentati da clienti italiani, facendo ritornare in auge il dibattito sull’abolizione della legge Merlin. All’estero si va dalla regolamentazione al proibizionismo come estremi di un unico continuum non solo geografico. Dalla Germania, all’Olanda, passando per Svizzera e Austria, ma anche Grecia, Ungheria e Regno Unito. Dalla creazione di quartieri a luci rosse alla legalizzazione delle case chiuse fino alla concessione di licenze specializzate. Ma in tutto questo rimane, come inciso nel marmo, il problema della criminalità. In Italia, la Commissione Affari Sociali della Camera ha stimato nel 2010 che è stato edificato un solido mercato, fatto di 70mila prostitute e 9 milioni di clienti. Dati che comunque restano solo indicativi poiché soggetti a continua mutazione e difficilmente riscontrabili. Questo senza contare il fiume di denaro che scorre appena fuori dai nostri confini: il bordello più grande e più accessibile per gli uomini italiani, in cerca di sesso a pagamento, si trova infatti in Svizzera. Qui operano 400 prostitute e tutto il complesso comprende una decina di strutture autorizzate. Ma anche Austria e Germania non hanno voluto essere da meno rispetto al trend dei vicini d’oltralpe. La più rinomata spa del sesso è nata infatti in Austria ed ospita 140 professioniste nella cornice incantata di stabilimenti termali e centri benessere. Mentre i siti internet tedeschi degli FKK sono praticamente quasi tutti tradotti in italiano, indicano quali sono i centri benessere per soli uomini con intrattenitrici ed escort più facilmente raggiungibili del bel paese, e operano tra Monaco e Francoforte. Una gigantesca industria a tutti gli effetti, che va ad arricchire le tasche di protettori e gruppi criminali organizzati con costi umani e sociali incalcolabili. Enormi quanità di danaro che sfuggono a ogni tipo di controllo e pressione fiscale. In questo periodo storico-sociale in cui all’ordine del giorno dell’agenda politica compare sempre, tra i primi punti, la necessità dell’inserimento di nuove tasse e l’aumento dell’aliquota iva, con il traffico economico che gira intorno al fenomeno della prostituzione, l’Italia rinuncia a grosse quantità potenziali di gettito fiscale. A questo proposito, si riapre il dibattito sull’opportunità di abrogare la legge Merlin – quella che nel 1958 decise la chiusura delle case di tolleranza -, in modo tale da gestire diversamente la situazione, tassando le prostitute al pari di ogni altro lavoratore. Come del resto hanno scelto di fare Germania, Austria, Ungheria, Lettonia, Regno Unito, Svizzera, Olanda e Grecia. Ed ecco che puntualmente nel nostro paese risalta fuori l’ipotesi di riaprire le case chiuse, per far emergere quel sommerso che consentirebbe a molti enti locali di non aumentare le tasse, di abbassare le imposte e di fermare violenza e sfruttamento. Il 75% degli italiani si dichiara favorevole alla riapertura delle case di tolleranza. Accanto alla voce dei palazzi si alza infatti anche quella della società civile: basta guardare sulla Gazzetta Ufficiale quante sono le ultime proposte di referendum abrogativo e le petizioni, con tanto di raccolta di firme, promosse da piccoli comuni e centri urbani di tutta Italia.

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